Lo Zoom MS-50G è un multieffetto con le caratteristiche sonore della famosissima Zoom G3 ma con le dimensioni (e prezzo) di un pedale singolo.
Quando provai la Zoom G3 per la prima volta fu uno shock. Compatta, solida, praticissima, dai suoni convincenti (delay e modulazioni a mio avviso ottime, distorsioni e modulazioni di ampli sufficienti – sempre intesi nell’uso live, a casa sono tutti ottimi). E tutto questo a un prezzo che definirei irrisorio per quello che offre, nell’usato ancor meglio ovviamente.
Di quanto apprezzai la Zoom G3 ne ho già parlato, e in rete si trovano tantissimi articoli in cui un gran numero di musicisti, amatoriali e professionisti, ne decantano lo lodi. Ovviamente va inserita nella propria fascia di prezzo, ovvio che sistemi che costano cinque volte tanto suoneranno molto meglio, anche se non necessariamente cinque volte meglio. Ma riuscire a ottenere suoni decenti (addirittura molto buoni, ottimi, spippolando però parecchio) a meno di 100 euro…
Poi è arrivato lo Zoom MS-50G: un multistomp come la Zoom G3, ma invece di essere larga come tre pedali in serie, ha le dimensioni di un normalissimo pedale singolo! Ma sempre con la stessa capacità di simulare fino a 6 effetti (modellizzazione di ampli comprese) in serie contemporaneamente, come la G3. Ovviamente non ha tutte le uscite della G3, e purtroppo non include al suo interno una scheda audio, ma a livello di suono non cambia tantissimo.
Caratteristiche
Le dimensioni sono quelle di un singolo pedale tradizionale, racchiuso in un elegante e molto resistente chassis in metallo. Al centro un pulsante, bello solido anch’esso, contornato da altri quattro tasti per il richiamo delle funzioni. Sopra invece troviamo il display monocromatico e le tre rotelline di regolazione che simulano i potenziometri di un effetto vecchio stile, in puro stile Zoom G3, e che qui però possono essere premute per entrare nelle varie catene effetti.
Abbiamo un ingresso e due uscite, una mono e una stereo. Infine, uno slot per la connessione al PC, utile per l’aggiornamento o, come vedremo, per la programmazione dell’effetto stesso tramite PC. Purtroppo non lo si può usare come scheda audio… Peccato, in quel caso sarebbe stato davvero perfetto! Ce ne faremo una ragione…
L’alimentazione è a batteria (due stilo di tipo AA) oppure a 9V con negativo centrale, standard.
Il cuore dello Zoom Ms-50G è il processore ZFX-IV a 32-bit, che consente di emulare, nella sua ultima versione di firmware, la 3.1 (scaricabile direttamente dal sito Zoom) 100 modelli di effetti e amplificatori, disposti in serie in patch da 6 max ciascuna. Le patch totali memorizzabili sono 50.
Qui trovate tutte le caratteristiche tecniche.
Programmabilità
Un grande, enorme aiuto, arriva dai ragazzi di tonelib.net, che hanno creato Tonelib Zoom (https://tonelib.net/zoom-quick-start/), una fantastica interfaccia per PC e mac che consente di programmare tutti i suoni (e di effettuare dei comodissimi backup), direttamente dal computer.
Purtroppo Zoom non ha mai rilasciato il software equivalente a Edit & Share (che gestiva la G3 da computer) per i vari MS-50, MS-70 CDR e MS-100 BT.
Tuttavia, per fortuna con Tonelib Zoom invece avete tutto quello che vi serve.
Chiaramente, senza questo piccolissimo aiuto, occorrerebbe programmare l’MS-50G direttamente dall’effetto stesso e, nonostante la sua praticità, non sarebbe comunque proprio comodissimo…
Suono
Assomiglia moltissimo alla Zoom G3, alla fine a parte qualche effetto nuovo, la base è quella. Le distorsioni e le modellizzazioni degli ampli sono discutibili, come spesso accade in questi effetti digitali, mentre le modulazioni non sono per niente male.
Come per la G3 l’unica modellizzazione di ampli che mi piace è quella del combo di derivazione Fender, l’FD combo, con la sua simulazione di cassa. Gli altri mi sembrano freddi, spinti, non realistici.
In clean. Per non parlare di quando si prova a far saturare la simulazione di un Marshall ad esempio. Lasciamo stare, molto meglio l’FD combo con davanti un tube screamer.
Anche per la distorsione, come nel caso della G3, uso sempre un tube screamer. Questa volta, rispetto alla G3, ce ne sono due, il T Scream (presente anche nella G3) che preferisco tra i due perchè lo trovo essere più dinamico, e il TS Drive, che mi sembra troppo finto, distorto.
Per spingere nei soli invece il mio preferito, anche rispetto al tube screamer, è lo Sweet Drive, che non è presente nella G3. E’ distorto e compresso, secondo me non va bene per parti ritmiche, ma nei soli invece sa essere sufficientemente morbido e comunque dinamico, regalando a mio avviso una bellissima pasta smooth al suono.
Utilizzo e praticità
Personalmente lo utilizzo in due modi:
1. come pedaliera (si, come un’intera pedaliera!): ovviamente le potenzialità così sono limitate all’accensione/spegnimento di un singolo effetto per canzone, non ci si può certamente mettere a scorrerli suonando. Tuttavia, se si suona rock, ad esempio, si può impostare il suono su una distorsione ritmica ottima per gli accordi, riverberi/delay e modellizzazione di ampli, e poi lasciare il pulsante che comandi un effetto per il boost. Il pulito invece è ottenibilissimo diminuendo il volume direttamente dalla chitarra.
2. alla fine della mia catena di effetti, per racchiudere insieme: accordatore, riverbero, delay, boost per i soli / ulteriore distorsione, eventuali modulazioni (chiaramente compressore e pitch shifter non rendono al meglio posti in fondo alla catena, quindi in questo caso non li tengo in considerazione) e per finire modellizzazione di ampli.
In questo modo posso ridurre enormemente lo spazio in pedaliera utilizzando al contempo delle modulazioni davvero di tutto rispetto, eccellenti, lasciando il lavoro delle distorsioni e compressore a pedali analogici esterni.
In più, cosa non da poco soprattutto per chi come me cambia sala spesso e non può portarsi il proprio ampli da casa, ma è costretto ogni volta a usare quello che trova in sala, posso attaccarmi direttamente al mixer e uscire dall’impianto audio, potendo contare sempre sul mio stesso suono (mixer e casse a parte, ovviamente)!
Esattamente allo stesso modo in cui uso la Zoom G3 (seppur questa consenta più possibilità, come connettersi al PC o andare al mixer con l’uscita bilanciata). E scusate se è poco!
Oppure con quello che costa se ne potrebbero mettere due o più in serie sbizzarrirci con le possibilità, che a quel punto aumenterebbero esponenzialmente…
Conclusioni
A me piace moltissimo, soprattutto utilizzato come accordatore-riverbero/delay-booster-modellizzazione di ampli (all’occorrenza). I suoni di modulazione sono ottimi e sono dell’idea che in un contesto live ingannerebbero chiunque, almeno per come li uso io (delay e riverbero al minimo, giusto per creare un po’ di spazialità). Se poi avete bisogno di qualcosa di più complesso, allora potreste optare per lo Zoom MS-70 CDR, specificatamente votato alle modulazioni.
Oppure, se ancora non fosse sufficiente, vuol dire che siete soliti fare concerti di livello talmente alto che avete chi sistema il materiale per voi e non vi serviranno questi consigli su un multistomp economico e in quel caso… beati voi! 😀
Alcuni dicono che l’accordatore non sia precisissimo. Ok, forse non sarà il massimo, ma questo è uno strumento di compromesso, per di più economicissimo per quello che offre! E in alcuni campi (vedi modulazioni) funziona benissimo, pure comparato con pedali analogici.
Pro:
– piccolo e leggero
– praticissimo da programmare
– un’infinità di suoni, potenzialmente lo si potrebbe usare da solo
– le modulazioni sono eccezionali
– ottimo prezzo
Contro:
– le distorsioni non sono il massimo, così come le modellizzazioni degli ampli
– piccolo vuol anche dire un po’ macchinoso da programmare al volo in situazioni live
Consigliato? per me assolutamente sì!
Nuovo si può trovare sui 90 euro circa, mentre usato sui 65. Su mercatino musicale o reverb.com se ne trovano parecchi, anche se non tantissimi usati, chi ce l’ha mi sa che se lo tiene.
Pubblicato su musicanza.it il: 27/06/2020.